Gay & Bisex
Finalmente Un Camionista
di Grey-Heron
20.02.2021 |
25.877 |
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"Mi accodo al camion in marcia e cerco di individuare dal suo specchio che tipo sia l’autista..."
Siamo onesti con noi stessi; chi non ha mai avuto fantasie di fare sesso con un camionista? Sul suo camion, fermi in un parcheggio, con le tendine chiuse e dare sfogo alle nostre nascoste voglie? Da quello che leggo sui vari siti il camionista tira molto. Nel nostro immaginario il camionista di solito è il maschio deciso, quello che non deve chiedere mai. Lui che arriva con il suo bestione carico, parcheggia, scende, si fuma una sigaretta, va dietro al camion, piscia, e attende magari qualche coppia che fa salire sul suo veicolo. Lui è un agile uomo, figo, maschio, deciso e grande leccafica.
Ho viaggiato per anni su e giù per lo stivale in autostrada per motivi di lavoro. Tante volte mi sono fermato per riposare qualche mezz’ora. Osservando i camion fermi tutti in fila o parcheggiati fianco a fianco nelle aree di servizio appena illuminati dai fari notturni, mi chiedevo che cosa facessero i camionisti nelle loro cabine. Quanti dormivano veramente? Quanti si masturbavano guardando riviste porno e video poi in seguito al boom digitale? Quanti veramente erano nudi seduti sul sedile del passeggero con le gambe larghe a trastullarsi il cazzo pensando alla succosa fica della moglie chiavata prima di partire per l’ennesimo viaggio? Quanti dedicavano pensieri erotici sognando di succhiare un cazzo di un altro collega camionista in grande segreto? Quanti stavano ad occhieggiare da dietro le tende chiuse in attesa dell’ennesimo bocchinaro seriale sempre parcheggiato tra un camion e l’altro? Quanti si facevano fare pompe succose da omarelli e traveste tanto per svuotarsi i coglioni e sentirsi comunque di essere veri maschi e di rimanere tali?
Di camionisti al bar a farsi il solito caffe ne ho visti tanti. Più o meno si assomigliano tutti. Un po’ rustici, amanti della buona e abbondante tavola, quasi sempre con un accentuato addome dovuto al mancato esercizio fisico e allo star seduti al volante per giornate intere. In inverno sono di solito ben coperti ma in estate spesso se ne vedono in braghette corte e sandali o peggio ancora in ciabatte a torso nudo e sudati. Sembrano essere grandi fumatori, forse dovuto al fatto che passano molto tempo in solitudine. Anche io ho fantasticato spesso di salire su un Tir e, lo ammetto, di voler spompinare un bel camionista, preferibilmente abbastanza giovane, con la pancia piatta, un bell’uccello voglioso e dopo a festa finita, ciao e buone cose.
Spesso la notte mi fermavo apposta nelle piazzole ad osservare il via vai delle macchine che erano in cerca di avventure erotiche mordi e fuggi. Qualche volta mi è successo di fare sesso dietro qualche cespuglio sempre con l’ansia di essere scoperto. Ma il desiderio di salire su di un Tir era sempre presente.
Una notte in direzione Roma mi sono fermato in una piazzola. C’erano parecchi camion fermi sotto la fioca luce giallastra dei lampioni. Alcune macchine parcheggiate ripartivano facevano il giro della piazzola per poi riparcheggiare tra un camion a l’altro. Ero fermo da una ventina di minuti e osservavo un tipo piuttosto giovane, sembrava essere un bel ragazzo ma sculettava un po’ troppo. Gironzolava attorno ad un camion il cui autista era sceso e poi risalito. Anche l’autista sembrava essere insolitamente giovane ed atletico. L’ho visto affacciarsi dal finestrino del passeggero e attirare l’attenzione del ragazzo che si è fiondato subito da lui. Aperto lo sportello del passeggero, il ragazzo è salito. Si sono chiuse le tende. Dopo una ventina di minuti, lo sportello si riapre e il giovane scende. Ammetto di aver provato un bel po’ di invidia. Che avranno fatto in venti minuti? Mi sono immaginato il giovane autista svaccato sulla cuccetta e il giovane in ginocchio che lo spompinava. Chissà forse l’autista se lo è pure inculato o forse no. La cosa deve essere stata molto soddisfacente per entrambi. L’autista dal finestrino lo ha salutato e ho percepito un accento veneto.
Altro viaggio. Ero in direzione nord. Mi fermo in una piazzola al tramonto solo per rispondere al telefono. Un camionista forse voglioso fermo pure lui in piazzola mi deve aver scambiato per uno che cercava. Come ho rimesso in moto e rimesso in marcia pure lui è ripartito seguendomi. Ogni tanto da dietro mi lampeggiava. La cosa mi ha attizzato le voglie sicché ad ogni suo lampeggio rispondevo con un segnale di freni. Alla piazzola successiva mi infilo dentro. Ci sono parecchi camion parcheggiati. Il camion dietro di me mi segue. Ottimo; avevo visto giusto. Ora si tratta di vedere che tipo sia lui. Panzone? Sudato? Bel maschio infoiato e voglioso di scaricare? Scorgo uno spazio libero dove posso parcheggiare lasciando spazio sufficiente per il camion. Lui mi segue e parcheggia dietro di me. Ad un tratto sbuca dal nulla quasi correndo, una checca sculettante che si porta sotto il finestrino dell’autista chiedendogli la solita sigaretta. Parlottano un po’ poi la checca va dalla parte del passeggero e sale in cabina. Echecazzooooo…! Ingrano la marcia li mando affanculo e proseguo il mio viaggio.
Un’altra volta mi fermo a riposare in altra piazzola, erano le 4 del mattino d’estate. Ero reduce da una spa dove dalle undici di sera alle tre avevo sborrato due volte dopo essermi ingroppato un paio di maschi. Sebbene avessi scaricato i maroni, la voglia di fare altre cose proibite non mi era passata. Nel parcheggio c’erano alcuni camion, tutti con le tende chiuse. Uno di essi aveva un motore che continuava a ronzare per mantenere fredda la temperatura. Era un veicolo frigorifero. Un paio di macchine erano ferme e una di esse ogni tanto ripartiva, faceva il giro, mi passava accanto, rallentava. L’autista mi guardava poi ripartiva. Un enorme tir arriva dall’autostrada e parcheggia a un trentina di metri dietro la mia macchina. Spegne il motore. Nella penombra della cabina noto dal mio specchietto che il camionista armeggia sul cruscotto poi le luci si spengono. Tutto cala nel silenzio totale. Scendo dalla mia macchina, mi sposto dalla parte del passeggero e mi appoggio alla portiera e nel silenzio della notte attendo che succeda qualche cosa. La macchina che girava fa ancora un largo giro e parcheggia dietro al tir. Silenzio. Poi sento la portiera del lato passeggero del tir che si chiude e scorgo un’ombra che scesa dal veicolo si piazza a gambe larghe in piedi accanto al suo bisonte della strada e piscia. Ad un tratto vedo un’altra ombra che da dietro il camion si avvicina al camionista che rimane fermo. Le due ombre sono molto vicine. Io inizio ad eccitarmi e vorrei essere parte del gioco. Molto lentamente mi avvicino con la speranza che ci sia posto anche per me. Ora si intravvede benissimo che il tipo della macchina era di fianco al camionista e lo stava segando poi si abbassa e inizia a spompinarlo. Io sono in piedi fermo a pochi metri da loro. Il camionista mi vede e nota che sto fermo a guardare mentre mi trastullo in cazzo che ho tirato fuori dai jeans dopo averli sbottonati. Lui non sembra essere disturbato dalla mia presenza. Io muovo alcuni passi verso di loro a cazzo duro. Continuo ad avvicinarmi. Lui allunga una mano verso di me mentre con l’altra fà pressione sulla testa del pompinaro. Ora sono accanto ai due. Il camionista che si stà godendo la pompa mi afferra il cazzo e inizia a segarmi, poi mi stringe i coglioni e riprende a segarmi. Sembra che gli piaccia sentire un bel cazzo tra le dita. Si sputa sul palmo della mano e mi lubrifica l’uccello in modo da scappellarlo e richiuderlo e cosi via. Il gioco continua fino a quando il camionista inizia ad irrigidirsi e il suo respiro si fa più pesante, segno che stà per venire. Poi ad un tratto caccia una specie di rauco rantolio e a giudicare da come il pompinaro reagisce gli sta scaricando in gola una quantità industriale di sborra mentre continua a segarmi. Il pompinaro se ne và e pure io mi allontano. Nessuno dei tre ha parlato tutto è avvenuto nel silenzio della notte sotto un cielo estivo stellato. Tra poco sarà giorno.
Altro viaggio verso nord ma stavolta sulla superstrada. E’ notte fonda. Mi fermo ad un autogrill aperto tutta la notte. Ci sono parecchi camion parcheggiati e alcune macchine davanti al grill. Sto per andare a spandere acqua nei cessi fuori dal bar quando noto un gran bel ragazzo giovane, bello, maschio, scendere dalla cabina di un camion parcheggiato nei pressi. Ha il fisico asciutto, una faccia da schiaffi, si muove molto agilmente, un gran bel maschietto. Entro nei cessi, leggo i soliti messaggi mentre piscio e mi scrollo l’uccello. Sto lavandomi le mani ai lavandini quando lui entra si dirige dentro un loculo e sento che piscia pure lui. Io indugio nel lavarmi le mani. Devo capire se è interessato oppure no. L’unico modo è attendere lui che fa. Esce, si sciacqua le mani e si dirige davanti alla macchinetta dei preservativi. Inizia ad armeggiare con la macchinetta che non ne vuole sapere di dispensare alcun condom. Sembra molto contrariato. Non mi degna di uno sguardo. Sembra essere un duro. Vedo che non presta altre attenzioni a niente e nemmeno a me tranne che alla maledetta macchinetta. Allora mollo ed esco dirigendomi al bar per un cappuccio notturno. Io arrivavo da una serata a casa di una coppia di maschi dove avevo passato un paio d’ore a fare porcate insieme a loro.
Sto sorseggiando il mio cappuccio quando il giovane camionista entra, si dirige alla cassa a chiedere qualche cosa con risposta negativa. Cazzo è veramente bono. Camicia a quadri sul verde e jeans attillati che svelano un probabile bel pacco. Lo vedo un poco sfiduciato. Forse ha veramente bisogno di preservativi. E mi sorge il dubbio che sul camion ci sia qualcuno che lo aspetti. Mi faccio coraggio. Nel marsupio (erano comuni allora) tenevo alcuni preservativi e un pacchetto di klinex. Tiro fuori un preservativo, mi avvicino al camionista lo saluto con un ciao. Lo guardo dritto negli occhi, gli dico che l’ho visto armeggiare con la macchinetta rotta dei preservativi. Gli mostro che ne ho uno nel palmo della mano e se lo vuole glielo offro. Lui mi guarda quasi senza alcuna espressione. Dice grazie, lo prende e si affretta all’uscita. Se non altro ho fatto una buona azione e me ne torno al mio cappuccio.
Una calda mattina estiva sulla A14 direzione sud, sorpasso una lunga fila di camion, Tir e altri bestioni carichi di vario genere. Con la bella stagione tengo il tettuccio aperto. Da tempo ho scoperto che sorpassando un camion di solito, l’autista guarda di sotto. E da tempo ho iniziato a rallentare (traffico permettendo) all’altezza della cabina di guida dando l’opportunità ai camionista di guardare sotto. Si inizia un gioco di sguardi, a volte di saluti e spesso con il rischio di ricevere un vaffanculo. Successivamente ho imparato ad osservare il camionista riflesso nel suo specchio esterno di sinistra prima di raggiungerlo. Se vedo che il tipo è interessante, lo raggiungo e rallento ma se vedo che non fa per me tiro dritto. Questa mattina ne supero parecchi fino a che ne vedo uno con la targa greca e le scritte in greco sui teloni. Ho un debole anche per i greci, che tendono a essere molto maiali a letto. Mi accodo al camion in marcia e cerco di individuare dal suo specchio che tipo sia l’autista. Cazzo, è giovane, biondo, riccioluto, faccia da furbetto e sembra che sia a torso nudo. Mi porto alla sua altezza lentamente e noto che lui si è accorto delle mie manovre. Io mantengo la stessa velocità della sua e guardo in alto verso di lui. E’ bello da morire ed è pure a torso nudo, un bel torso. Ci scambiamo alcuni sguardi, e ci si sorride. Poi lui alza il pugno chiuso con il pollice alto in segno di ok con un gran bel sorriso. Pure io gli sorrido e portandomi il pugno chiuso alla bocca facendo un avanti e indietro indicando un pompino, gli faccio capire se è interessato a farselo fare. Annuisce prima con la testa, poi mi fa vedere il polso indicando l’orologio e che non ha tempo. Continuiamo a scambiarci sguardi, sorrisi e saluti e lo prego facendogli segno ancora di pompe da fargli. Lui continua a farmi segni che non ha tempo. Sapendo che più avanti c’è un autogrill mi metto davanti a lui e prima del grill metto la freccia destra. Dallo specchietto vedo che pure lui ha messo la freccia e mi segue. Si ferma nel primo posto disponibile e io mi accosto a lui. Dal finestrino lassù in alto mi dice un po in inglese un po in italiano che deve mettere il camion sulla nave ad Ancona e che non può assolutamente fermarsi. Mi fa segno di aspettare. Vedo che sta scrivendo qualche cosa, poi apre lo sortello. Indossa solo un paio di pantaloncini e snickers. Ha un bellissimo torso nudo ben fatto. Senza scendere lo vedo prendere la mira e tirare una pallottola di carta dentro la mia macchina attraverso il tettuccio aperto centrando in pieno. Mi fa segno del telefono all’orecchio, mi sorride, chiude lo sportello, mi saluta e riparte. Nella pallottola un nome e un telefono con il prefisso delle Grecia.
Viaggiavo sulla E45 direzione Sud. Come al solito mi fermo per una sosta. Sono circa le due di notte. Mi faccio un caffè e poi vado nei cessi a pisciare. Sono solo nel grill tranne che per le due bariste bionde dell’Europa dell’est. Mentre piscio leggo le scritte, gli annunci e i numeri di telefono. Le pareti ne sono coperte. E’ un mondo da scoprire. Mi colpiscono alcuni annunci. Uno era di un marchettaro di Arezzo, si offriva a maschi generosi e offriva 22cm di attrezzatura. Curioso di sapere quanto chiede un marchettaro prendo il numero di telefono. Un altro annuncio era di un bull che si offriva a coppie con lui cornuto, diceva che avrebbe fatto ululare la lei come una lupa. Un altro era di una trav, anzi c’è ne erano alcuni di questo tipo. Di solito dopo aver pisciato, se non c’era nessuno nei dintorni entravo negli altri loculi a leggere tutti gli annunci. Ne noto uno insolito. Camionista dotato bisex per coppie e un indirizzo e.mail, nessun numero telefonico. Insolita la presenza di una mail. Ne convengo che sia un ottimo modo per contattare senza scrivere il proprio telefono sui cessi di mezza Italia. Prendo nota della mail.
Il giorno dopo telefono al marchettaro di Arezzo. Mi dice che vuole 150.000 lire che non pone limiti di tempo e che può ospitare a pochi km da una certa uscita della superstrada. Mi dice che è solo attivo, che riceve meglio la notte con calma, è muscoloso da palestra ma che è alto 1,65 tanto per essere informato. Lo ringrazio e gli rispondo che ci penso su.
Poi invio una mail al camionista che mi risponde in modo gentile e mi dice di preferire le coppie ma che non gli dispiace ogni tanto in mancanza d’altro farsi succhiare il cazzo da altri maschi. Se voglio scambiare il numero di telefono possiamo parlarne. Vive in Campania e viaggia quasi sempre verso il nord. I campani hanno un accento molto sexy, i maschi del sud mi piacciono un sacco. Con mail successive ci scambiamo il telefono e una sera quando lui era fermo per la notte ci parliamo per conoscerci. Successivamente mi invia mezza dozzina di sue fotografie fatte in bagno completamento nudo e in varie posizioni sempre mezzo nudo ma in cabina sul camion. E’ un quarantenne niente male, poco pelo, senza pancia e grassi superflui, un bell’uccello scappellato con una bella capocchia, non troppo lungo ma decisamente grosso. Mi immagino mettere la bocca intorno a quella grossa cappella lucida e mi si ingrossa il cazzo pure a me al solo pensarci.
Un sabato di luglio sul primo pomeriggio un sms di lui mi avvisa che era parcheggiato per il weekend in un parcheggio di una zona commerciale e industriale conosciuta per un grande via vai di camionisti dove parcheggiavano giorno e notte con un considerevole traffico di gente a caccia di camionisti specialmente la notte. Il posto lo potevo raggiungere in poco più di mezz’ora. Mi descrive il colore del camion e dove è parcheggiato. Io mi ero preparato la borsa per il mare e delle albicocche. Mi metto in macchina e lo raggiungo.
Dal viale vedo il bestione nero parcheggiato sull’altro lato sotto il sole cocente di luglio. Lui si accorge di me e mi lampeggia due volte. Io lo supero e facendo manovra gli parcheggio dietro. Come mi fermo lo chiamo al telefono. Mi dice di salire dal lato passeggero, è aperto. Infatti la portiera era solo appoggiata. Busso, apro, salgo sul predellino e sono in cabina. Lo vedo steso con addosso soltanto un paio di mutande a slip grigio che nascondevano quello che sembrava un bel pacchetto. Era un bel vedere. Si alza verso di me, ci salutiamo con la mano. Nella cabina c’è fresco. Mi racconta che non è facile tenere fresca la cabina ma il veicolo è nuovo e molto efficiente. Finalmente sono a bordo di un camion. E’ una bella cabina, molto spaziosa. La tiene pulita e in ordine. Le cuccette sono due a castello, ma quella superiore è chiusa sicchè c’è ampio spazio se si sta in quella inferiore. Mi chiede se voglio qualche cosa da bere e di servirmi da un mini frigorifero sotto la consolle. Lui si rimette steso con le braccia aperte e le mani sotto la testa allargando un pò le gambe come ad offrirmi quello che sta sotto gli slip. Io mi accoscio di fianco e inizio ad accarezzargli il pacco che incomincia a muoversi. Cala il silenzio e inizia la festa. Più gli accarezzo il cazzo più questo si ingrossa sotto la stoffa delle mutande. Sembra essere un bell’arnese come visto in fotografia. Porto le labbra sul pacco e lentamente tiro giù gli slip. L’uccello esce, è quasi del tutto duro ma non completamente ancora. Con due dita lo scappello lentamente, lo annuso. Sa di buon odore di maschio. Un odore eccitante. Non riesco a capacitarmi di essere finalmente nella cabina di un camion a spompinare un vero cazzo di un vero maschio, sposato con figli a casa. Lui non si muove. Mantiene le mani sotto la testa e lascia fare tutto a me. Ha una bella cappellona lucida. Ci metto le labbra attorno e inizio a succhiare e a leccare, poi scendo alle palle che erano piuttosto pelose, le lecco e le succhio per poi ritornare su per l’asta e infilarmi il cazzo sempre più giù. Mi riposo un attimo e riprendo a succhiare. Mi sono lasciato andare e con molta calma mi sono dedicato a delle belle succhiate del bel cazzo di maschio campano. Poi decido che è tempo di spogliarmi. Mi alzo in piedi e mi tolgo tutto da addosso. Pure io ho il cazzo duro. In piedi di fronte a lui con le gambe leggermente divaricate guardo il camionista sposato e mi massaggio l’uccello ricevendo qualche complimento da lui. Poi non potendo resistere mi curvo di nuovo sulla sua nerchia e riprendo a succhiarlo con gusto e tanto piacere.
Sono momenti molto eccitanti degni di essere ricordati e anche immortalati. Tra una succhiata e l’altra, ricordandomi delle sue foto inviatomi gli chiedo se gli va di fotografarmi mentre gli succhi il cazzo. L’idea gli piace, gli preparo il mio cellulare e mi faccio fotografare. Ho delle belle foto in archivio del suo bel cazzo grosso e di me a bocca piena. Le tengo private sotto parola chiave segreta.
Sono veramente soddisfatto di stare a spompinare un etero che segretamente si fa pompare da altri maschi. Finalmente un camionista sposato, maschio nudo sul suo camion. Merita di essere succhiato bene e io mi tolgo finalmente lo sfizio che sognavo da tempo. Si va avanti cosi per almeno un’ora buona. Poi decidiamo che ci vuole una bella sborrata reciproca. Gli chiedo come vorrebbe procedere. Mi sorride e si alza in piedi tirandomi per mano in modo da essere anche io in piedi insieme a lui quasi di fronte. Siamo piazzati tra il sedile dell’autista e quello del passeggero e mi meraviglia lo spazio in quella cabina.
Iniziamo a strusciarci i cazzi duri insieme. Io spingo il mio contro il suo e lui contro il mio. Provo a leccarlo sotto la gola facendogli venire i brividi, ma ho l’impressione che per lui sia una cosa nuova un po’ troppo personale, forse non gradita. Poi iniziamo a segarci a vicenda, stringendoci i cazzi forte e poi allentando la presa. Ci sputiamo insieme sulle nostre cappelle, lubrificando i palmi delle mani per una masturbazione scivolosa. Quando uno dei due è vicino a venire, rallenta per attendere l’altro fino a quando insieme si decide di sborrarci addosso a vicenda con tanto gusto e piacere. Io vengo qualche secondo prima di lui eruttandogli bei fiotti ricchi di sperma sul suo cazzo e lui ricambia facendo lo stesso sul mio. E per finire io spalmo la mia sborra sul suo cazzo e le sue palle mentre lui fà lo stesso su di me. E’ veramente divertente, ma la cosa più eccitante è la complicità tra maschi. Per rilassarci ci sediamo dopo esserci ripuliti con delle salviette, lui sul sedile dell’autista e io su quello del passeggero. Entrambi i sedili si possono girare di lato formando quasi un salottino. Bella sensazione quella di stare nudi insieme a chiacchierare del più e del meno osservandoci nella nostra nudità. Inevitabilmente le mani finiscono per lisciare il cazzo a riposo, ogn’uno il suo. Mi ricordo che nello zaino ho le albicocche che mi sarei portato al mare e gli chiedo se ne vuole. Si mette a ridere e dice che ha un carico di albicocche dietro che deve scaricare in una conosciuta ditta che va succhi di frutta. In questo periodo non fa altro che mangiare albicocche. Nel conversare noto un computer tipo tablet sul cruscotto. Mi spiega che il tablet lo usa per guardare video, la tv etc. Lo trova molto utile e ormai quasi tutti i camionisti sono computerizzati. Ne conosce un paio che si collegano in skype con fighe in web-chat e si masturbano live in web-cam mentre guidano, specialmente nei lunghi e noiosi tratti di autostrada. Gli rivelo che il mio sogno sarebbe quello di fare un viaggio insieme ad un camionista e spompinarlo spesso mentre lui guida, poi ermarci a mangiare roba buona in quelle buone trattorie per camionisti. Mi risponde che è impossibile da realizzare. Ogni persona che viaggia deve essere registrata in ditta per motivi di assicurazione. Una volta si poteva fare. Ora non più. Gli chiedo che video porno gli piace guardare. Mi sorride, si alza e lo accende. Vedo che seleziona qualche cosa e appare un video di donne dalle tette enormi, quelle tettone esagerate. Sono video americani, di donne abbondanti anche donne afroamericane . Mi confessa che ha un debole per le donne dalle tette esageratamente grosse. Poi da un cassetto tira fuori il portafogli e mi mostra la foto della moglie e due figli maschi. Bella famiglia, ma la moglie rispetta tutti i canoni di bella donna mediterranea. Lo tiro a me avvicinandolo, lui in piedi e io seduto, gli metto le mani sulle natiche e gli riprendo il cazzo moscio in bocca e lo succhio ancora per un pò. Rimane moscio e morbido. E’ il mio modo per ringraziarlo del pomeriggio. Poi ci si rivestite e dopo aver chiuso il camion si va al bar a pochi passi, aperto H24. Con il suo bel accento di maschio campano mi invita per “na tazzulella 'e café”.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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